"Porte Franche 2": un segnale per tutta la Franciacorta

Grande risultato a Erbusco. I No al progetto le "Porte Franche 2" vincono con un margine di 240 voti sui Sì. Avevamo stimolato l'opinione pubblica rovatese e non solo presentando una mozione dedicata ben sapendo che la Franciacorta che abbiamo in mente è  qualcosa di diverso che qualche km di campagna tra un centro commerciale e il successivo. Come dichiarato alla stampa nell'ultimo appello per il NO sottolineavo che gli Erbuschesi fossero chiamati a decidere per una inversione di tendenza per questa nostra Franciacorta o meno. E avevano la responsabilità di farlo anche a nome di tutti quei franciacortini che non potevano votare perché residenti negli altri Comuni.  Doveroso il ringraziamento a chi in queste settimane ha speso tempo ed energie per informare i cittadini. D'altro canto, dobbiamo essere consapevoli che la consultazione di ieri è solo un inizio: il progetto di una Franciacorta attrattiva ma sostenibile passa da una pianificazione di largo respiro. Il Piano territoriale d'area è ora che si concretizzi. 

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Commenti: 2
  • #1

    marco (martedì, 14 giugno 2016 18:35)

    ...... "il progetto di una Franciacorta attrattiva ma sostenibile passa da una pianificazione di largo respiro. Il Piano territoriale d'area è ora che si concretizzi"
    Dice bene e lo spero molto. Tuttavia ritengo che servano segnali forti, per esempio nell' offerta formativa. Oggi a Rovato ed in tutta la Franciacorta manca un istituto di agraria, mentre per il turistico bisogna andare a Clusane. Sogno che le nuove generazioni possano formarsi e lavorare qui, fornendo supporto alle aziende agricole locali. Mi piacerebbe che potessero partecipare e portare innovazione(in agricoltura le nuove tecnologie sono in continua evoluzione e stanno assumendo un' importanza sempre crescente). Per me la cultura del territorio, non può radicarsi senza che vi sia formazione adeguata e presenza diretta.
    Grazie per avermi risposto la volta scorsa.
    cordialmente.
    marco

  • #2

    Angelo Bergomi (martedì, 14 giugno 2016 21:43)

    Gentile Marco, grazie della riflessione che ritengo più che condivisibile.
    La formazione sviluppata "in loco" è fondamentale per radicare dei settori economici piuttosto che altri. In un momento difficilissimo come l'attuale in cui tutti gli indicatori economici dicono di un vero e proprio "ritorno alla terra" con un aumento degli occupati in agricoltura, unico settore che sta vedendo un abbassamento dell'età media degli occupati, il rilancio del settore deve poter passare da una formazione adeguata. E poterlo fare nei nostri territori sarebbe fondamentale.
    Le possibilità infrastrutturali ci sarebbero anche. Serve una visione d'insieme con le istituzioni di vario livello che ci credano davvero. Ringrazio ancora per il confronto che spero si possa ripetere spesso.

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