"Brexit": l'agricoltura italiana parla chiaro sulle conseguenze

 

 

Traggo spunto dall'organo di stampa settimanale della Coldiretti per inquadrare le conseguenze della cosiddetta "Brexit", ossia l'uscita del Regno Unito dalla Comunità Europea. Coldiretti ha quantificato le conseguenze economiche sulle imprese di uno dei comparti italiani più importanti, quello agroalimentare.

Ammonterebbe addirittura a 3.2 miliardi di Euro l'export dell'agroalimentare Made in Italy nel Regno Unito. Con un trend di crescita nel primo trimestre 2016 rispetto al 2015 addirittura clamoroso su alcune voci. Vediamole:

  • vino (e noi Franciacortini ne dovremmo sapere qualcosa), +7%
  • pasta, 332 milioni di euro di export nel 2015
  • ortofrutta, +6% 
  • formaggi, +15%
  • olio di oliva, +16%

Per rimanere al solo comparto agricolo ricordo che è quello che ha trainato maggiormente l'incremento del PIL dell'Italia meridionale (dopo ben 7 anni consecutivi di decrescita) e che maggiormente di altri sta vedendo un abbassamento dell'età media degli occupati con un sensibile impiego di forza lavoro rispetto al recente passato.

 

E abbiamo ancora qualcuno che ipotizza l'uscita dell'Italia dalla Comunità Europea come soluzione ai nostri problemi economici? L'aggettivo più adatto che mi sovviene per definire questa posizione è: IRRESPONSABILE!

 

Inviterei queste forze politiche a parlare con le nostre imprese agricole prima di parlare a vanvera.

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