TAV, niente "SHUNT"? Non serve altra ghiaia!

(foto tratta da www.giornaledibrescia.it) 

 

Intenso il dibattito sulle infrastrutture nel bresciano a seguito della visita dell'altro ieri nella nostra provincia da parte del Ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio.

Rispetto alla cancellazione del cosiddetto "shunt" della TAV verso Montichiari (la linea che, staccandosi da quella principale, andrebbe a collegare la zona dell'aeroporto) non ha usato parole definitive rimandando ai risultati di uno studio trasportistico ma prendendo atto della posizione contraria di RFI. 

Molto più perentorio, infatti, il NO allo shunt dell'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Renato Mazzoncini con una proposta di riqualificazione della linea Parma-Brescia.

 

Questo dibattito non è estraneo alle scelte che dovranno essere fatte sul Piano Provinciale Cave ghiaia e sabbia.

Nella seduta del Consiglio Provinciale del 27/09/2016 sono state infatti approvate le Linee di Indirizzo per il nuovo piano 2018-2027 in cui si è evidenziato che dal piano 2005-2015 vi sono circa 40.000.000 mc non cavati sugli oltre 70.000.000 mc approvati. Con una volumetria approvata e non escavata così elevata e con un trend di estrazione annuale sempre più in calo la notizia di una più che probabile cancellazione dello shunt conferma a maggior ragione l'assoluta inutilità di assegnare alcuna volumetria aggiuntiva rispetto al residuo non cavato.  

Intendiamoci: il residuo è talmente elevato che se anche si facesse lo shunt la necessità di inerti sarebbe ampiamente coperta nè più nè meno! 

Il richiamo uscito dal dibattito del consiglio provinciale di Settembre a non attingere in alcun modo ai volumi di riserva previsti dal piano uscente (63.200.000 mc in aggiunta ai 40.000.000 di mc non cavati per un totale di 103.000.000 di mc!) è  stato quindi doveroso. Lo dice il buonsenso, oltre all'analisi volumetrica e questo lo possono capire anche gli operatori del settore.

 

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