"L'Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che
lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire." (Dal
discorso d'insediamento alla Presidenza della Repubblica)
In questa frase è raccolta l'essenza di Sandro Pertini uomo ancor prima che politico, di cui oggi ricorre il 27-esimo anniversario della morte.
In periodi in cui si alzano i muri, quelli fisici ma anche quelli sociali, quanto ci manca una figura come quella di Pertini che provò l'esilio per le sue idee e fu protagonista della grande
stagione di libertà della Resistenza.
Un uomo di parte ma che, indossati i panni da rappresentante delle Istituzioni, fu il Presidente di tutti gli Italiani e non solo di chi lo elesse.
Ero un neonato quando venne eletto Presidente della Repubblica ma, lo confesso, una parte della decisione di dedicarmi alla mia piccola avventura politica la devo alla passione che hanno
saputo trasmettermi figure come quella di Sandro Pertini.
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