Le straordinarie storie che ci stanno raccontando le Paraolimpiadi di Rio 2016 dovrebbero farci riflettere. Lasciando la retorica fuori dalla finestra. I risultati sportivi di persone che hanno fatto della loro disabilità non un motivo per allontanarsi dalla società o rinchiudersi in se stessi, piuttosto un'occasione di riscatto e di inno alla vita sono un esempio che credo valga la pena di sottolineare.
Le storie di atleti come Alex Zanardi, Bebe Vio, Assunta Legnante e tante altre ci dicono che la vita vale sempre la pena di essere vissuta, anche in mezzo alle difficoltà quotidiane. E il motore che, secondo il mio modesto parere, la deve muovere è il connubio fatica-passione.
I risultati raggiunti con fatica sono i migliori, i più sentiti, i più duraturi. La fatica ci ricorda la forza di volontà che abbiamo dovuto metterci, di fronte a una salita inizialmente ritenuta impossibile, per decidere di fare il primo scalino, poi il secondo e così via fino alla cima.
La passione, invece, è necessaria per sentire meno la fatica. La passione è quella cosa che al mattino ci fa alzare dal letto e ci fa impegnare in quello in cui crediamo. Che sia il lavoro, il volontariato, lo sport ecc
Alla domanda che spesso famigliari e amici mi pongono sul mio impegno pubblico, su chi me lo faccia fare di dedicare tempo e energie all'impegno politico con la grande fatica che richiede rispondo sempre: la passione.
E in mezzo al qualunquismo del "me ne frego" di tanti dico che chi fatica per una passione ha già vinto.
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Silvio4ever (venerdì, 16 settembre 2016 10:47)
Complimenti a tutti i nostri atleti!!!