Da anni mi cimento, senza alcuna pretesa, in alcuni "esperimenti" poetici in dialetto bresciano. A parte con qualche eccezione in genere costituita da qualche amico o famigliare, il pudore mi ha sempre frenato dal rendere pubblici questi tentativi.
La giornata di oggi, dedicata al ricordo dei nostri cari defunti, mi ha fatto tornare alla mente una piccola poesia che avevo scritto qualche anno fa sul significato del trascorrere del tempo. La ripropongo qui con la relativa traduzione.
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Granèi de tép
Sìe lé sentàt zó
en banda al föc,
ciapàt dai mé pensér
e ragiunàe de quat tép
perdóm töcc i dé.
Giurnade ‘ntréghe
pasàde a preocupàss
de robe che magare mai sücedarà.
Co’ la póra dei giüdése de la zènt,
‘mbirgiulacc tra tròpe béghe, per neènt.
Ure sö ure che pàsa
sensa lasà nüsü sègn.
Quate robe gh’arèsm püdìt fa,
düperando mèi el nòst ingégn.
‘N zöch coi fiöi,
‘na buna parola
a chi ga n’à bisògn,
el fa sèmper el nòst doér
sensa tirà sera, tat per fa.
La roba piö presiùsa che i mà dunàt
l’è prope el tép.
Som mìa quat
ga n’aróm a dispusissiù,
Saràl tant?
Saràl póc?
L’è inütil domandàsel.
Pötòst,
ciapómel söl serio chèsto ‘nsegnamènt,
che ‘n de ‘na parola
l’è viver el nos tép.
Ma vivìl delbù e töt,
e mìa apéna i sö granèi.
TRADUZIONE
Granelli di tempo
Stavo lì seduto
in parte al camino,
preso dai miei pensieri
e pensavo a quanto tempo
sprechiamo ogni giorno.
Giornate intere
trascorse a preoccuparsi
di cose che magari non accadranno mai.
Con il timore dei giudizi della gente
intrappolati in troppi litigi inutili.
Ore dopo ore
che trascorrono senza lasciare alcun segno.
Quante cose avremmo potuto fare
adoperando meglio il nostro ingegno.
Un gioco con i figli,
una buona parola
detta a chi ne avrebbe bisogno.
Far sempre il nostro dovere
senza far trascorrere la giornata, tanto per fare.
La cosa più preziosa che ci è stata donata
è proprio il tempo.
Non sappiamo quanto
ne avremo a disposizione
Sarà tanto?
Sarà poco?
E’ inutile chiederselo.
Piuttosto,
prendiamo sul serio questo insegnamento
che in una parola
è vivere il nostro tempo.
Ma viverlo davvero e tutto
e non solo i suoi granelli.
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Olga (domenica, 04 novembre 2018 16:13)
Bravo !!!! Bella riflessione molto ben descritta in un dialetto comprensibilissimo. Pubblicala, ne vale la pena!!!
Angelo Bergomi (lunedì, 05 novembre 2018 11:30)
Grazie infinite Olga!
Mariella F (lunedì, 05 novembre 2018 16:30)
Leggo e apprezzo. Il dialetto mi piace tanto. Bravo Angelo
Luciana Buffoli (domenica, 11 novembre 2018 21:55)
Grazie,l ho letta senza fatica,bravo Angelo
.La semplicità con cui descrivi emozioni e sentimenti. in un dialetto semplice e conciso,descrivi la quotidianità della giornata e del vivere sociale.Hai saputo descrivere con frasi significative la chiave della vita e il saperla vivere
Angelo Bergomi (lunedì, 12 novembre 2018 10:00)
Grazie Luciana!
Adelaide Baldo (lunedì, 31 dicembre 2018 16:04)
Davvero bellissima poesia. Grazie
Angelo Bergomi (lunedì, 31 dicembre 2018 17:47)
Grazie Adelaide! Detto da te è un onore
Mariolina (giovedì, 26 settembre 2019 08:49)
Hai una voce dentro che quando parla dice cose sagge. C'è un'anima antica che ti spinge a usare le parole più vicine al cuore, quella lingua della tua gente, della tua terra contadina che va subito in fondo alle cose ed al loro profondo sentire...
Angelo Bergomi (giovedì, 26 settembre 2019 08:58)
Grazie Mariolina!
Cristina Ghedi (giovedì, 26 settembre 2019 20:03)
Sei davvero un poeta. Mi hai fatto ricordare la mia insegnante delle elementari che a Brescia voleva che imparassimo il nostro dialetto e ogni giorno ci leggeva una poesia in dialetto. Mi hai fatto venire nostalgia e poi davvero bravo.sarà merito di Miki ��
Angelo Bergomi (mercoledì, 27 novembre 2019 08:06)
Grazie Cristina!
Mauro Bizioli (sabato, 24 ottobre 2020 21:32)
Angelo,
tu sai bene che la poesia non si può tradurre.
Non si può tradurre Dante in lingua danese, così come non si può tradurre Goethe in italiano.
Una lingua, a maggior ragione, se poetica non può essere 'tra-dotta'.
Ciao
Angelo Bergomi (sabato, 24 ottobre 2020 21:51)
Hai ragione Mauro. La traduzione in italiano fa perdere certamente la musicalità del testo dialettale. Essa serve solamente per una migliore comprensione del dialetto bresciano che per molti in forma scritta è piuttosto ostico.