Che brutta notizia hanno battuto le agenzie di stampa: Gino Strada è morto. Mentre leggo questo titolo mi pare impossibile. Impossibile che chi ha messo gli altri, soprattutto i diseredati, i mutilati innocenti di guerre volute da altri, i bambini (!) possa non esserci più.
Ho sempre seguito le battaglie civili e per i diritti che Gino Strada ha promosso negli anni. E l'ho sempre fatto con interesse perchè per lui non hanno mai parlato curriculum roboanti, collaborazioni professionali con istituti prestigiosi o articoli di giornale prezzolati: per lui hanno parlato i fatti. E i gesti.
La sua principale creatura, "Emergency", ha portato il sollievo della cura a milioni di persone nel corso di decenni con un unico obiettivo: non curare tutto ma curare tutti.
Se ci riflettete un attimo, un messaggio all'apparenza banale è invece straordinariamente rivoluzionario.
Soprattutto se concretizzato in scenari di guerra completamente abbandonati dalla comunità internazionale di cui Gino sovente diceva:
"Le guerre appaiono inevitabili, lo appaiono sempre quando per anni non si è fatto nulla per evitarle."
E mi hanno sempre fatto sorridere le accuse di "radicalità" rivoltegli da molte parti: provate voi a fare i presunti "moderati" in una sala operatoria a Kabul con un bambino gravemente ferito da un conflitto di cui non sa nemmeno le ragioni.
E' questo il momento del cordoglio che ci dovrebbe far riflettere a lungo. Anche quando i riflettori della stampa si affievoliranno. Di Gino Strada dovremmo avere presente, per sempre, l'esempio perchè ciascuno di noi possa trarne un insegnamento: se mettessimo in atto, nel nostro impegno quotidiano, anche solo un grammo della generosità e della concretezza dimostrata da Gino Strada, questo posto che chiamiamo "Mondo" sarebbe certamente migliore.
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Gianbattista Botticini (sabato, 14 agosto 2021 22:46)
Mi sembrerebbe sensato il Nobel per la Pace postumo