(foto da giornaledibrescia.it)
E' iniziato il processo relativo all'accertamento delle eventuali responsabilità per il presunto spandimento illecito di fanghi avvenuto tra il
2018 e il 2019 su terreni di 78 Comuni tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Non spetta certamente a me esprimere giudizi sulle responsabilità penali del caso, a questo ci penserà la
giustizia. E' invece doveroso esprimere un giudizio politico sulla decisione di Ministero dell'Ambiente e di Regione Lombardia di non costituirsi parte civile nel
procedimento giudiziario, a differenza di quanto fatto da numerose realtà associative che da anni si battono per un rispetto ambientale degno di questo nome.
Tale scelta di Regione Lombardia e Ministero dell'Ambiente è semplicemente inaccettabile. Sono passati solo due mesi dalle elezioni regionali e poco più
di sei da quelle politiche. Nelle due campagne elettorali anche molti dei Comuni interessati da tali spandimenti hanno visto comizi, gazebi e strette di mano nelle piazze di esimi esponenti
politici venuti a parlare di attenzione all'ambiente e, anche sulla base di tali principi, chiedere consensi. Le medesime figure nulla hanno avuto da dire su questa scelta promossa dalle proprie
forze politiche.
Trovo questo comportamento ipocrita e da condannare pubblicamente. Un plauso invece alle tante associazioni che con coraggio hanno
richiesto di essere ammessi come parte civile nel procedimento. Va affermato con forza che il diritto di fare impresa debba avvenire nel rispetto dell'altrettanto sacrosanto diritto di
vivere in un ambiente sano.
Angelo Bergomi
responsabile ambiente provinciale PD bresciano
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