(foto tratta dal web)
Se ne va davvero un grandissimo giornalista, Andrea Purgatori. Tutti dovremmo rivolgergli un grande grazie. Collettivo, sentito e appassionato.
Fatto di quella passione che lo ha animato sempre nella miriade di iniziative che ha intrapreso nella sua vita, conclusasi davvero troppo presto.
Andrea Purgatori se n'è andato il 19 Luglio, nel 31-esimo anniversario della strage di via D'Amelio in cui vennero assassinati il giudice Paolo Borsellino e 5 agenti della sua scorta. Sembra davvero un segno del destino.
Quello fu un agguato mafioso, ancora coperto da troppi misteri. Quei misteri italiani a cui Andrea Purgatori ha dedicato gran parte della sua vita da giornalista d'inchiesta.
Se alcune delle vicende più oscure di questo Paese non sono andate completamente nel dimenticatoio ma sono ancora oggetto di dibattito e riflessione pubblica lo dobbiamo a lui: dal tentato golpe "Borghese" del 1970 al disastro di Ustica, dalle stragi di mafia del '92-'93 alla bomba alla stazione di Bologna, dalla scomparsa di Emanuela Orlandi al sequestro di Aldo Moro ecc.
Ho sempre guardato le sue trasmissioni con un misto di curiosità e estrema ammirazione, lo confesso. Ammirazione per un modo di fare giornalismo basato sui fatti, volto alla ricerca della verità avendo voglia di fare fatica nello scovare le fonti e nel verificarle.
Ma mi ha sempre pervaso anche un grande stupore per la sua poliedricità: oltre al giornalismo memorabili sono state alcune sue sceneggiature. Ricordo da ragazzino lo sgomento quando vidi per la prima volta il film "Il muro di gomma" dedicato alla strage di Ustica e all'impossibilità dei famigliari di scoprire la verità sulla tragica fine dei loro congiunti. Solo anni dopo seppi che la sceneggiatura di quel film era stata scritta da Andrea Purgatori.
Grazie, Andrea. Grazie davvero perchè se l'Italia è un Paese in cui, nonostante tutto, si possa ancora avere una speranza di una società più giusta lo si deve molto a persone in gamba come te.
Con grande stima, Angelo.
Scrivi commento