La mia "Se fösem töcc precìs" in un progetto del CFP Zanardelli di Chiari

 

Oggi sono stato presso la Biblioteca "Sabeo" di Chiari, invitato dal CFP Zanardelli ad assistere a un bellissimo progetto di integrazione. Quattro ragazzi del CFP, coordinati dalle professoresse Laura Saviori e Emanuela Festa e dalla dirigente dell'istituto Raffaella Galloni,  hanno incontrato una classe di prima media accompagnata dal proprio insegnante: tre di questi ragazzi di origine senegalese hanno presentato le caratteristiche principali del Senegal, la sua storia, i suoi monumenti, i suoi usi e i suoi costumi. Hanno letto anche una fiaba in Wolof, una delle lingue parlate in questo straordinario paese. 

La quarta ragazza ha invece letto con perfetta pronuncia una mia poesia dialettale, scritta qualche anno fa, proprio sulla bellezza delle differenze.

E' stata un'occasione di crescita personale bellissima. Ho visto dei ragazzi meravigliosi con la voglia di vivere, orgogliosi di poter raccontare le proprie esperienze. E dei bambini delle elementari attentissimi  e interessati. Ringrazio il CFP Zanardelli per l'invito graditissimo, sperando di aver dato un piccolo contributo alla crescita di questi ragazzi.

Se vi va di leggerla, qui trovate il testo della mia poesia.

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Se fösem töcc precìs

 

Se fösem töcc precìs

scriarèsem sèmper la stèsa stória,

quàc streamét che e là

ma có poca memoria.

 

Se fösem töcc precìs

i lìber, i quàder,

enfìna le ùre e i dé

i sarès sèmper chèi.

 

Se fösem töcc precìs

mangiarèsem i stes piàcc

e bearèsem sèmper el stes vì,

ma ‘ndoe sarèsel el göst?

 

Se fösem töcc precìs

cambiarèsem mai la nòsta stràda.

Ma ölet mèter la maraèa

d’encruzà zènt che t’ansegna po’ argóta?

 

Se fösem töcc precìs

sarèsela ‘ndoe la belèsa

d’en tramónt, d’en fiöm che scór,

de ‘na scoperta?

 

Se fösem töcc precìs

sarèsem de sùi,

sèmper,

anche quand sóm ensèma.

 

A la fì del nòst sentér

che bel sarèsel püdì dì

de éser stacc fradèi, diferèncc,

ma töcc sóta el stes ciél.

 

 

 

TRADUZIONE

Se fossimo tutti uguali

 

Se fossimo tutti uguali

scriveremmo sempre la stessa storia,

qualche spavento qua e là

ma con poca memoria.

 

Se fossimo tutti uguali

i libri, i quadri,

perfino le ore e i giorni

sarebbero sempre gli stessi.

 

Se fossimo tutti uguali

mangeremmo gli stessi piatti

e berremmo sempre lo stesso vino,

ma dove sarebbe il gusto?

 

Se fossimo tutti uguali

non cambieremmo mai la nostra strada.

Ma vuoi mettere la meraviglia

di incrociare gente che t’insegna anche qualcosa?

 

Se fossimo tutti uguali,

dove sarebbe la bellezza

di un tramonto, di un fiume che scorre,

di una scoperta?

 

Se fossimo tutti uguali

saremmo da soli,

sempre,

anche quando siamo insieme.

 

Alla fine del nostro sentiero

che bello sarebbe poter dire

di essere stati fratelli, diversi,

ma tutti sotto lo stesso cielo.

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