Dal Giornale di Brescia del 17/01/2018 una mia intervista in riferimento al deposito presso il Tribunale Superiore delle Acque di Roma di un ricorso presentato dal Consorzio dell'Oglio e delle proprie utenze (idroelettriche e agricole) contro la DGR 7391/2017 di Regione Lombardia.
Con essa Regione Lombardia ha ritenuto di raddoppiare dal 5% al 10% (e con dei fattori correttivi si potrebbe arrivare al 20%) il Deflusso Minimo Vitale del fiume Oglio nel suo tratto sublacuale.
L'obiettivo della Regione è quello di rispondere a una direttiva europea che stabilisce l'obbligo di portare a uno stato di "BUONO" il livello delle acque del fiume che oggi si trovano classificate in uno stato di "SUFFICIENTE".
Lo strumento scelto da Regione Lombardia è stato quello più semplice per lei: imporre il raddoppio della portata minima da garantire nel fiume qualunque sia la situazione meteorologica, indipendentemente dal periodo dell'anno al fine di "diluire" fisicamente l'inquinamento presente nel fiume.
Su preciso mandato dell'assemblea delle utenze il Consorzio dell'Oglio e le sue utenze si sono costituite in giudizio presso il Tribunale Superiore delle Acque contro questa delibera.
L'azione legale si è resa necessaria per affermare la serietà con cui è stata condotta la sperimentazione di studio del fiume durata ben 6 anni realizzata da un gruppo di lavoro coordinato dal Consorzio stesso: essa ha dimostrato che incrementare il DMV non consente di migliorare il livello di qualità delle acque.
Abbiamo condotto una proiezione per capire gli effetti della delibera: prendendo la stagione irrigua 2015 (siccitosa ma nemmeno delle peggiori) l'applicazione del "nuovo" DMV avrebbe accorciato la stessa di ben 17 giorni sul totale dei 59 della sua durata!
Il fabbisogno irriguo non soddisfatto sarebbe quello di circa 2800 ettari.
Piuttosto perchè non è stato applicato il principio del "Chi inquina paghi" sancito da un'altra direttiva europea? Anche un non addetto ai lavori può capire che la qualità delle acque dell'Oglio sublacuale dipende anche dallo stato delle acque del tratto di fiume a NORD del Sebino. I gravami ambientali ed economici li devono pagare solo le utenze a sud? Sottolineo che anche le associazioni provinciali di categoria degli agricoltori hanno scritto in Regione evidenziando il problema.
In sede di ricorso cercheremo di far valere le ragioni di un comparto che già vive di suo momenti difficilissimi.
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