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"Ritirada de Russia"

Il 26 Gennaio 1943 si combattè la Battaglia di Nikolaevka (Nikolajewka nella translitterazione tedesca dal russo), nel pieno di quella drammatica ritirata che si concluse il successivo 31 Gennaio quando la divisione Tridentina raggiunse la cittadina di Sebekino. Quella qui sopra è una foto che ritrae uno di quei drammatici momenti.

 

Tra quelle decine di migliaia di giovani italiani spediti con scarso equipaggiamento nel terribile inverno russo in mezzo ad una steppa sconfinata c'erano anche due miei prozii fratelli di mio nonno paterno, entrambi alpini. Uno, Giacomo detto Cumì, tornò. L'altro, Bortolo, giovane 24enne perì nel febbraio 1943 in un campo di prigionia dell'attuale Ucraina, subito dopo la conclusione della ritirata. Ne parlerò nelle prossime settimane.

In memoria di quella follia che fu la seconda guerra mondiale e avendo vivo il ricordo dei racconti vissuti anche in famiglia, tempo fa scrissi questa poesia. Per non dimenticare cosa fu la dittatura e quante famiglie soffrirono. 

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 Ritirada de Russia

 

S-cecc de campagna,

vite grame, póca scöla,

laurà grèf zamò da pütèi.

En dè come ‘n óter l’è riàda la ciamàda.

Destinasiù: la guera en Russia.

 

Töcc möcc en cuzìna,

el bubà, la mama

el fradèl piö grant

endafaràt co' argóta

per mia fa èder el sò piànzer.

‘Na matìna i sa salüda co' ‘n bazì,

umènti sensa dìs gnè ‘na parola,

öcc bas, el pensér e ‘l cör a tèra.

 

Là söl Dòn fischiàa i fuzìi,

s-ciopàa le canunàde,

i zùegn del Sesto Regimènt Alpini

a fas forsa giü co' l’ter.

“Mama prega per me!”.

Ne la ritirada, tancc, tròp,

distindìcc sö de ‘n let biànc

quarciàcc da ‘n lensöl de fiòc.

Póc a póc, a belàze, ma sensa fì

come ‘l scórer de l’àiva del gran fiöm.

Fermi, endormécc de ‘n bröt sòn,

el piö lónc che gh’ìa.

 

J-óter co' la néf sóta i scarpù,

i marciàa a pàs grèf.

Entùren ciapèi de vita che sa smarìa,

la póra de fermàs,

la òia de brasà sa la mama.

Entàt el sùl, amò ‘na ólta,

el burlàa zó drè ai móncc,

po’ a lü pietùs.

 

TRADUZIONE 

Ritirata di Russia

 

Ragazzi di campagna,

vite grame, poca istruzione,

lavori pesanti già da bambini.

Un giorno come un altro è arrivata la chiamata.

Destinazione: la guerra in Russia.

 

Tutti in silenzio in cucina,

il babbo, la mamma,

il fratello più grande

indaffarato in qualcosa

per nascondere il suo pianto.

Una mattina si salutano con un bacio,

quasi senza dirsi nemmeno una parola,

sguardo basso, la mente e il cuore a terra.

 

Là sul Dòn fischiavano i fucili,

scoppiavano le cannonate,

i giovani del Sesto Reggimento Alpini

a farsi forza vicendevolmente.

“Mamma prega per me!”.

Nella ritirata, tanti, troppi,

distesi su di un letto bianco,

coperti da un lenzuolo di fiocchi.

Poco a poco, lentamente ma senza una fine,

come lo scorrere dell’acqua del grande fiume.

Fermi, addormentati in un brutto sonno

il più lungo che esista.

 

Gli altri con la neve sotto gli scarponi

marciavano con passo pesante.

Tutt’intorno pezzi di vita smarriti,

il timore di fermarsi,

la voglia di abbracciare ancora una volta la propria madre.

Intanto il sole, ancora un volta,

cadeva dietro i monti,

anche lui compassionevole.

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Commenti: 11
  • #1

    Mariella F (sabato, 26 gennaio 2019 19:40)

    Molto bella, Angelo. Hai dipinto con le parole e ho visto tutto, sentito tutto. Bravo

  • #2

    Angelo Bergomi (lunedì, 28 gennaio 2019 09:50)

    Grazie Mariella!

  • #3

    Silvio4Ever (lunedì, 28 gennaio 2019 10:01)

    Bellissima! complimenti. Tutto molto triste è sembrato di viverla

  • #4

    Cancelli. Antonia. (lunedì, 25 febbraio 2019 08:08)

    Mio papa'e'riuscito a venire a casa!!!ne parlava poco. Ma diceva :ma. Che frettd ma che frett!!!

  • #5

    Daniela (domenica, 26 gennaio 2020 11:30)

    Complimenti! Complimenti ancora! Angelo, hai un cuore grande e ... lo si capisce.

  • #6

    Angelo Bergomi (domenica, 26 gennaio 2020)

    Grazie Daniela! Gentilissima!

  • #7

    Antonia (domenica, 26 gennaio 2020 18:03)

    E la voglia di abbracciare la mamma ..questo raccontava il mio papa' grazie signor Bergomi che fa conoscere questo dolore che han vissuto i nostri alpini

  • #8

    Angelo Bergomi (domenica, 26 gennaio 2020 20:06)

    Grazie Antonia! Io credo che le diverse forme di espressione che abbiamo a disposizione possano davvero contribuire a farci pensare. La poesia è una di queste. Grazie ancora.

  • #9

    Paniga Patrizia (domenica, 26 gennaio 2020 20:08)

    Grande Angelo le tue poesie sono meravigliose

  • #10

    Angelo Bergomi (venerdì, 31 gennaio 2020 11:03)

    Grazie Patrizia! Gentilissima.

  • #11

    Roberto Serra (venerdì, 03 febbraio 2023 10:08)

    Bellissima Angelo! Grazie

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