Oggi si celebrano i nonni. La loro festa in Italia è stata istituita con la legge 159 del 31/07/2005. La data del 2 Ottobre non è causale: in essa la Chiesa Cattolica, infatti, celebra gli Angeli Custodi. E chi, meglio di un nonno, può essere accostato a un Angelo Custode per i propri nipoti?
Per l'occasione pubblico una delle primissime poesie in dialetto bresciano che scrissi nell'ormai lontano 2005: "El nono". La poesia ricorda la dura vita di lavoro di tanti nonni che, come i miei, si sono letteralmente spaccati la schiena per portare un tozzo di pane a casa in periodi in cui la terra dava poco e quel poco doveva bastare per molte bocche.
Auguri a tutti i nonni e un pensiero a quelli che non ci sono più.
Buona lettura.
P.S. La poesia è in rima. Se vi va, leggetela un paio di volte ad alta voce: apprezzerete forse meglio le rime.
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El nono
"Pio pio" da ‘na stalèta
el pulzì de corsa en cascìna
"Ninì, ela ‘n doe la farina?!"
el nono con en mà ‘na palèta.
El ciós de erba el la spèta
la ranza l'è là che la ‘l ciàma
bisogna molà pò la lama
e adès vìa co' la bicicleta.
El südùr el la fa danà
ma en pìt de vènt sö la schèna
e l'àiva de la butiglia piena
i la àida a soportà.
El sùl el pìca a distésa
sa léa dal fè l'udùr
el nono sensa timùr
el sculta i "toc" de la césa.
Traduzione
Il nonno
“Pio pio” da una stalletta
il pulcino di corsa in cascina.
“Ninì, dov’è la farina?”
il nonno con in mano una paletta.
Il campo di erba lo aspetta,
la falce è la che lo chiama,
bisogna affilare anche la lama
e adesso via con la bicicletta.
Il sudore lo fa tribolare
ma un pò di vento sulla schiena
e l’acqua della bottiglia piena
lo aiutano a sopportare.
Il sole picchia a distesa,
si alza dal fieno l’odore,
il nonno senza timore
ascolta i rintocchi della chiesa.
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