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La crisi idrica e la memoria corta

(foto tratta da laprovinciacr.it)

Da una settimana leggo su tutti i giornali l'intenzione di Regione Lombardia di dichiarare lo "stato di crisi idrica", stante il deficit di risorse idriche rispetto ai dati medi del periodo: manto nevoso, invasi idroelettrici montani e volumi accumulati nei grandi laghi regolati sarebbero inferiori al 50% rispetto alla media di riferimento 2006-2020.

 

Cosa comporterebbe tale dichiarazione? Tanto per cominciare l'applicazione di deroghe almeno parziali al Deflusso Minimo Vitale previsto per i fiumi regolati, compreso l'Oglio nel tratto a sud del Lago d'Iseo.

Su questo punto voglio ricordare un fatto che ritengo importante.

Sul finire della mia presidenza il Consorzio dell'Oglio, nel Gennaio 2018, dopo votazione dell'assemblea delle utenze, intraprese un ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. Ne parlò anche il Giornale di Brescia e ne riferii anch'io qui.

 

Il motivo di quel ricorso stava nel fatto che Regione Lombardia, arbitrariamente, decise di raddoppiare il valore del Deflusso Minimo Vitale del fiume Oglio sublacuale dal 5% al 10% (con la possibilità di arrivare al 20% attraverso l'applicazione di alcuni coefficienti correttivi) con l'obiettivo di migliorare la qualità delle acque dal livello "SUFFICIENTE" al livello "BUONO", come imposto da apposita direttiva europea.

 

Il Consorzio Oglio, facendo investire parecchi soldi alle proprie utenze, realizzò una sperimentazione pluriennale su base scientifica che coinvolse numerosi esperti e dimostrò dati alla mano che il cambio del DMV non avrebbe influenzato in maniera significativa lo stato delle acque del fiume. D'altro canto avrebbe certamente avuto una conseguenza nefasta per le utenze irrigue: meno acqua disponibile per la stagione irrigua che già aveva una durata limitata, circa due mesi.

 

Ricordo, all'epoca, di aver richiesto anche pubblicamente perchè non fosse stato applicato il principio del "Chi inquina paghi" sancito da un'altra direttiva europea. Possono capire facilmente tutti che la qualità delle acque del fiume Oglio sublacuale dipenda anche dallo stato delle acque del tratto di fiume a NORD del Lago d'Iseo. E allora perchè le conseguenze economiche e ambientali erano tutte poste a carico solo di chi stava a valle? E lo feci alla luce di una proiezione fatta dagli esperti per capire gli effetti di quella delibera: prendendo la stagione irrigua 2015 (siccitosa ma nemmeno delle peggiori) l'applicazione del "nuovo" DMV l'avrebbe accorciata di ben 17 giorni sul totale dei 59 della sua durata, con un fabbisogno irriguo non soddisfatto di circa 2800 ettari. Senza contare il fatto che in piena estate le falde acquifere, grazie all'irrigazione, vengono rimpinguate.

 

Ora, alla luce di un inverno e una primavera per lunghi tratti senza precipitazioni si parla di dichiarazione di stato di crisi idrica. Benissimo! Sorge spontanea, allora, una domanda: quando il mondo irriguo e le associazioni di categoria degli agricoltori sollevarono in maniera strutturale l'illogicità del calcolo del DMV dell'Oglio e avanzarono proposte alternative ragionevoli sul relativo metodo di calcolo (ad esempio tener conto della stagionalità)  perchè la risposta di Regione Lombardia fu la delibera che lo raddoppiava senza alcun tipo di flessibilità?

 

Lo dico senza mezzi termini: trovo ipocrita ora leggere di deroghe regionali ad hoc agli obblighi sul Deflusso Minimo Vitale che, intendiamoci, sono necessarie e certamente insufficienti.

E' in queste circostanze che si capisce l'importanza di avere classe dirigente che sappia il fatto proprio quando è chiamata a prendere decisioni con ricadute sul medio e lungo termine su interi comparti: decisioni prese sempre e solo sulla contingenza degli accadimenti non è mai un buon modo di agire, in nessun ambito, tantomeno in quello amministrativo.-

 

Ovviamente non mi permetto assolutamente di parlare a nome del Consorzio Oglio da cui sono uscito al termine del mio quadriennio di Presidenza nella ormai lontana primavera 2018.

 

Ma tanto dovevo alla memoria storica della vicenda e all'impegno che misi in atto all'epoca con tutte le utenze consorziali, comprese le idroelettriche che avrebbero potuto tranquillamente infischiarsene della vicenda DMV e che invece firmarono il ricorso.

Quella fu un'azione a difesa del comparto agricolo che di sacrifici ne ha sempre fatti: dai turni irrigui cosiddetti "ridotti" alle manutenzioni costanti dei canali, agli impegni economici per sperimentazioni diventate patrimonio di informazioni anche per altri settori alla partecipazione a tutti i tavoli tecnici ecc.

Quando nelle nostre passeggiate estive ci capitasse di vedere agricoltori al lavoro durante le irrigazioni nelle nostre campagne pensiamo a queste cose e a come una decisione presa a Palazzo Lombardia a Milano nell'assoluta indifferenza di molti possa influenzare la vita non solo degli agricoltori ma di tutti noi.

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